Per i vescovi tedeschi Maria era un po' vergine. Forse. Una nuova edizione della Bibbia, obbligatoria
Marco Tosatti su Stilum Curiae.
Un lettore ci chiedeva giorni fa notizie su una 'Bibbia unificata'. Mi
pare che qui abbiamo la risposta che purtroppo conferma la deriva
ingravescente in seno alla Chiesa.
Per la nuova Bibbia dei vescovi tedeschi Maria era un po’ vergine,
forse. Lifesitenews ha un articolo di cui mi sembra interessante dare
conto, per capire come sensibilità e modo di presentare dogmi e
questioni di fede stiano cambiando.
La Conferenza episcopale tedesca ha presentata una nuova “traduzione
unificata” (Einheitsübersetzung) della Bibbia che rappresenta una
modernizzazione significativa, e diventerà il testo di riferimento dal
2017 per tutta l’area germanofona: Germania, Austria, una parte del
Belgio, Svizzera, Lussemburgo e Sud Tirolo. Si chiama unificata perchè
dalla prima pubblicazione, nel 1962, si pensava potesse essere una
versione ecumenica, che unificasse cattolici e protestanti in Germania.
Ma nel 2005 i protestanti tornarono alla traduzione di Lutero.
Il responsabile del progetto di ricerca, il vescovo emerito Joachim
Wanke, ha detto che si tratta di una “revisione moderata” del testo
vecchio. La nuova edizione si offre come più coraggiosa nel presentare
il linguaggio biblico, ha dichiarato a kath.net.
Così, dal momento che secondo la tradizione ebraica il nome di Dio non
può essere pronunciato Yahweh è sostituito con Signore. Secondo il
presidente della German Bible Association, Michael Theobald, ogni
paragrafo presenta qualche novità.
Quando l’apostolo Papa nomina due nuovi seguaci, non sono più uomini,
Andronico e Junias; sembra, in base a nuovo ricerche che fossero un uomo
e una donna. Il che ha portato a discutere se il termine “apostolo”
possa essere applicato indifferentemente alle donne come agli uomini.
L’articolista di Lifesitenews si sofferma in particolare su un passaggio
molto importante di Isaia (7:14), in cui si legge una profezia della
venuta del Messia: “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco:
la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”. Il
nuovo testo legge: “la vergine ha concepito e partorisce un figlio”. “Il
cambiamento sembra suggerire che la vergine non è affatto più una
vergine, dopo aver concepito, e nello stesso tempo si rimuove l’impeto
profetico, cambiando i tempi dal futuro al passato”, scrive il
commentatore. Questa tendenza continua, con una nota in cui si spiega
che la parola ebraica “halmah” significa giovane donna , più che
vergine. Questa interpretazione è oggetto di una controversia secolare
fra studiosi ebraici e cristiani. Senza entrare nel dettaglio, si
ricorda che la traduzione in greco della Bibbia, denominata dei
Settanta, usa il termine greco parthenos, che ha solo il significato,
non ambiguo, di vergine. E nell’annunciazione, come riportata da Luca
81:31) si dice “resterà incinta”, e non più che “partorirà un figlio”.
Il nuovo testo sostituirà l’edizione del 1979. Fra l’altro, si fa notare
che a differenza dell’inglese, o dell’italiano, lingue in cui esistono
diverse traduzioni della Bibbia, in tedesco il testo unico è quasi
sempre l’unico punto di riferimento per i fedeli.
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