SE PERFINO SUL “NEW YORK TIMES” (MA NON SUI GIORNALI ITALIANI) SI LEGGE CHE BERGOGLIO HA FALLITO…
Quel medico è una bravissima persona e – giustamente – si prende cura, con professionalità e umanità, degli emigranti che arrivano sulla sua isola con problemi di salute.
Ebbene, nell’intervista al Tg3, a un certo punto ha spiegato perché oggi ci sono così tanti naufragi e perché, quindi, sono aumentate le vittime fra coloro che cercano di raggiungere l’Italia.
Ha infatti riferito che, fino a qualche tempo fa, i migranti arrivavano a Lampedusa su barconi di legno, ma da quando li andiamo a prendere – con le nostre navi – vicino alle coste africane, i trafficanti di esseri umani non li imbarcano più su mezzi solidi, ma – per risparmiare – su gommoni che sono meno costosi. E i gommoni, con un nonnulla, si bucano o fanno naufragio. Ecco perché sono aumentati i morti.
E’ la semplice descrizione della realtà e dimostra che non bastano le buone intenzioni per “fare del bene”. A volte un certo umanitarismo (quello che ci ha indotto a usare la nostra Marina per andare a prendere migranti in Africa) può involontariamente produrre danni peggiori di quelli che pretendeva di riparare.
La realtà s’incarica sempre di smentire le ideologie. Ma bisogna accettare di vederla, la realtà. E in genere gli ideologi si rifiutano (come accadeva ai tempi del comunismo).
PARTITO BERGOGLIANO
E’ anzitutto il grande vate dell’ideologia migrazionista, cioè papa Bergoglio, a rifiutarsi di vedere la realtà.
Non vede – per esempio – che le migrazioni sono un grave impoverimento dei paesi africani d’origine (come hanno affermato i vescovi di laggiù) e che rappresentano un terremoto per l’Europa, assestando un colpo allo stato sociale già agonizzante.
Bergoglio, da quando – nel 2013 – andò proprio a Lampedusa a lanciare il proclama di spalancare le porte ai migranti, ha avuto un’influenza molto forte sui governi europei, già inclini alla “passività umanitaria” e all’ideologia multiculturale.
La sua invettiva è stata interpretata in Africa e in Medio Oriente come un invito a partire con la certezza che avrebbero trovato le porte spalancate e l’assistenza degli stati (assai costosa per noi).
Da allora Bergoglio ha martellato di continuo sull’opinione pubblica e sui governi (con gli applausi del suo sponsor d’oltreoceano, Barack Obama, che ha ripetuto le stesse cose).
Così – grazie anche ai media compiacenti – noi italiani ed europei siamo stati colpevolizzati – senza motivo – per i naufragi che avvenivano davanti alle coste libiche ed egiziane (perfino il bambino curdo morto su una spiaggia della Turchia è stato caricato come “colpa” sulle nostre spalle).
Nel frattempo in Europa – in questi tre anni – la questione immigrazione è diventata esplosiva ed è un terremoto anche per i partiti e i governi.
Come sa bene la cancelliera tedesca Merkel che – dopo le violenze di capodanno – si è presa due batoste elettorali.
Bergoglio è arrivato a dire addirittura che sì, è in atto un’invasione araba dell’Europa, ma – secondo lui – non è detto che sia un male.
Come giudicare affermazioni simili? E’ pur vero che l’altroieri, durante il suo viaggio in Georgia, il papa argentino ha pronunciato addirittura un’invocazione islamica ad Allah, ma vogliamo sperare che non si auguri un’Eurabia, cioè un’Europa islamizzata, né una “sostituzione di popolazione”.
E’ difficile capire perché Bergoglio si ostini con un’ideologia migrazionista che è condivisa solo dall’estrema sinistra.
IL POPOLO BISTRATTATO
La stragrande maggioranza degli italiani invece non ci sta a farsi invadere e a farsi islamizzare.
E non sopporta più di vivere un Paese che ormai ha perso il controllo del proprio territorio e delle proprie frontiere.
Lo ha mostrato addirittura “Repubblica” che lunedì scorso in apertura di prima pagina aveva questo titolo: “Paura degli immigrati – gli italiani favorevoli a chiudere le frontiere”.
Sotto: “Sondaggio. La maggioranza vuole più controlli ai confini. Gli italiani rivogliono le frontiere in Europa. Secondo il sondaggio Demos-Repubblica, l’83 per cento chiede più controlli nell’area Schengen (dei quali, il 48 per cento sempre, il 35 per cento solo in circostanze particolari)”.
In genere – lo abbiamo visto per la Brexit – quando il popolo si dissocia così clamorosamente dall’ideologia dominante, il Potere “scomunica” quel popolo accusandolo di sciovinismo, xenofobia, razzismo, egoismo, populismo e quant’altro.
Un po’ come quando, nel 1953, in Germania Est ci furono grandi manifestazioni operaie contro il regime comunista e Brecht coniò la battuta per cui era necessario “sciogliere il popolo” perché non aveva più la fiducia del governo.
Non a caso, dopo la Brexit, c’è stato chi ha tentato di far capire che in fondo la democrazia aveva la gravissima pecca di far votare la gente comune, invece di affidare le decisioni a lorsignori illuminati.
Come tutti gli ideologi di Sinistra, anche Bergoglio
si rifiuta di vedere la realtà. Perciò la realtà si incarica di affondare le sue teorie e le sue velleità.
FALLIMENTO
Egli si compiace delle lusinghe dei salotti radical-chic, ma non vede che il popolo è contro la sua politica.
Nei giorni scorsi proprio la parola “fallimento” riferita a Bergoglio è apparsa nel titolo di un articolo del “New York Times”, un quotidiano liberal che – di per sé – è simpatizzante del papa sudamericano. Però i fatti parlano chiaro e vanno detti.
L’editoriale di Matthew Schmitz – un intellettuale cattolico – ricorda che quando fu eletto il papa argentino molti predissero un “effetto Francesco” che avrebbe riportato nella Chiesa tante pecorelle smarrite.
Bergoglio ha creduto che per ottenere questo occorresse abbracciare tutte le mode ideologiche dei radical-chic (dall’ecologismo apocalittico, al pauperismo, al terzomondismo) e poi rottamare la dottrina cattolica e svendere i sacramenti e la salvezza al prezzo dei saldi di fine stagione.
Ma, così facendo, le pecorelle sono tornate all’ovile? Schmitz afferma che “ negli Stati Uniti questo non è accaduto”.
Anzi, secondo una ricerca del Centro specializzato della Georgetown University (e lo stesso fenomeno si verifica in Europa) è accaduto l’opposto: nel 2008 il 23 per cento dei cattolici americani andavano a messa ogni domenica, mentre otto anni più tardi siamo al 22 per cento.
Peggio ancora fra i giovani: nel 2008 il 50 per cento dei Millennials aveva ricevuto le ceneri e quest’anno erano solo il 41 per cento. Conclusione dell’editorialista: “i giovani sembrano allontanarsi dalla fede”.
Anche perché – spiega Schmitz – Bergoglio denigra continuamente la Chiesa, i preti, i vescovi, i cardinali e i fedeli e queste invettive “demoralizzano i cattolici fedeli, senza offrire a quelli che si sono allontanati una buona ragione per tornare”.
Dal momento che Bergoglio attacca continuamente la dottrina e i riti cattolici, dice, “c’è poco motivo di mettersi in fila per la confessione, o svegliarsi per andare a messa”.
Stessa delusione per le riforme della Curia che non ci sono state: “Francesco ha costruito la sua popolarità a spese della Chiesa”.
Lui è popolare presso tutti i mass media laicisti e i salotti radical-chic, da sempre nemici giurati dei cattolici.
Così il suo personale bilancio di lusinghe mundane è trionfale, ma il bilancio spirituale della Chiesa, sotto il suo pontificato, è fallimentare.
Come conferma anche il disastroso flop del suo Giubileo. Eppure, anche in questo caso, Bergoglio, come un ostinato capo di un partito ideologizzato, è sordo a tutti i segnali di fallimento, a tutti gli appelli e a tutte le proteste che salgono – anche in queste settimane – da fedeli laici, vescovi e cardinali.
Avanti tutta verso il baratro. E’ il “cupio dissolvi” del superbo e di un partito che si è impadronito della Chiesa Cattolica facendone una proprietà personale.
.
Antonio Socci
Da “Libero”, 3 ottobre 2016
.
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
Twitter: @AntonioSocci1
http://www.antoniosocci.com/perfino-sul-new-york-times-non-sui-giornali-italiani-si-legge-bergoglio-fallito/
Nessun commento:
Posta un commento