Trento: Vescovo che celebra il riso, la festa, il piercing e la “gente un po' fuori”... teologia del nulla!
"Gesù rideva, non è l'uomo triste che vi hanno sempre descritto, gli piaceva la gente borderline, era un festaiolo... è amico delle persone un po' fuori, dei ragazzi con il piercing, della gente che ha voglia di fare festa, di urlare e danzare. Perché anche lui danzava, cantava e faceva feste"
Chi ha temeriamente proferito queste stupidaggini?
Un irriverente attore in cerca di notorietà?
Un regista o un uomo di spettacolo bramoso di facili consensi
televisivi? ( Tanto applaudono tutti... se poi la battuta è contro
contro la Chiesa Cattolica... più forte è l'applauso...)
No!
La responsabilità è di un Vescovo, di un Successore degli Apostoli
che rivolto ad una vasta platea di giovani ha detto, tra l'altro, la
frase tra virgolette sopra riportata.
Con la paura che " tanto non te se fila più nessuno..." il Vescovo si è mostrato spavaldamente "amico del mondo" spingendosi a dire delle pericolosissime affermazioni che , da educatori , ci inquietano e ci inalberano! (v.sotto articolo)
Coloro che sono veramente e constantemente missionari fra i
giovani (genitori, insegnanti, educatori, medici, psicologi...
esorcisti) si raccomandano di non avallare in alcun modo la mania
pericolosissima del piercing che mortifica il corpo e lo spirito. (v. QUI un post realizzato in collaborazione con alcuni ragazzi e genitori)
Il Papa in un'omelia aveva ammonito: "C’è il pericolo dell’idolatria: l’idolatria che è portata a noi con lo spirito del mondo.
E Gesù, in questo, era chiaro: lo spirito del mondo, no.
E chiede al Padre che ci difenda dallo spirito del mondo, Gesù, nell’ultima cena, perché lo spirito del mondo ci porta all’idolatria.
L’idolatria – è sottile...
L’Apostolo Giacomo, quando dice 'Chi è amico del mondo, è nemico di Dio', incomincia dicendo: 'Adulteri!'
Ci rimprovera, ma con quell'aggettivo: adulteri.
Perché? Perché chi è 'amico' del mondo è un idolatra, non è fedele all’amore di Dio!
La strada per non essere lontano, per avanzare, per andare avanti nel Regno di Dio, è una strada di fedeltà che assomiglia a quella dell’amore nuziale”. (v. Omelia di Papa Francesco a Santa Marta QUI )
Quell'imprudente Pastore alla ricerca dei facili applausi e dei consensi della stampa ( v.sotto un articolo laudativo) risponderà davanti a Dio Onnipotente delle sue responsabilità e dei danni che le sue temerarie parole provocheranno inevitabilmente sulla fede e sulla socialità degli adolescenti più deboli e suggestionabili.
Nessuno fra i preti e i religiosi che circondano quel Vescovo ha pensato di consigliarlo che per la buona ed armoniosa crescita dei ragazzi sarebbe assai più costruttivo creare dei piccoli gruppi di giovani autenticamente cristiani in modo che possano gradatamente fare da "sale e livito" dei loro coetanei?
Non basta affittare un palasport con mega impianti sonori per "sballare" i giovani a ritmo assordante di rock e dir loro quello che essi desiderano sentire per "tenerseli buoni"...
Il Papa in un'omelia aveva ammonito: "C’è il pericolo dell’idolatria: l’idolatria che è portata a noi con lo spirito del mondo.
E Gesù, in questo, era chiaro: lo spirito del mondo, no.
E chiede al Padre che ci difenda dallo spirito del mondo, Gesù, nell’ultima cena, perché lo spirito del mondo ci porta all’idolatria.
L’idolatria – è sottile...
L’Apostolo Giacomo, quando dice 'Chi è amico del mondo, è nemico di Dio', incomincia dicendo: 'Adulteri!'
Ci rimprovera, ma con quell'aggettivo: adulteri.
Perché? Perché chi è 'amico' del mondo è un idolatra, non è fedele all’amore di Dio!
La strada per non essere lontano, per avanzare, per andare avanti nel Regno di Dio, è una strada di fedeltà che assomiglia a quella dell’amore nuziale”. (v. Omelia di Papa Francesco a Santa Marta QUI )
Quell'imprudente Pastore alla ricerca dei facili applausi e dei consensi della stampa ( v.sotto un articolo laudativo) risponderà davanti a Dio Onnipotente delle sue responsabilità e dei danni che le sue temerarie parole provocheranno inevitabilmente sulla fede e sulla socialità degli adolescenti più deboli e suggestionabili.
Nessuno fra i preti e i religiosi che circondano quel Vescovo ha pensato di consigliarlo che per la buona ed armoniosa crescita dei ragazzi sarebbe assai più costruttivo creare dei piccoli gruppi di giovani autenticamente cristiani in modo che possano gradatamente fare da "sale e livito" dei loro coetanei?
Non basta affittare un palasport con mega impianti sonori per "sballare" i giovani a ritmo assordante di rock e dir loro quello che essi desiderano sentire per "tenerseli buoni"...
"Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?"
AC
Il vescovo Tisi: "Gesù è amico dei ragazzi con il piercing, della gente che ha voglia di fare festa e un po' fuori di testa"
Una
predica fuori dall'ordinario quella che il presule ha tenuto in
occasione dell'incontro della Pastorale giovanile: "Gesù si circondava
di gente borderline"
TRENTO.
La teologia della risata, la dottrina del piercing, l'apologia dei festaioli.
L'ha predicata il vescovo Lauro Tisi in occasione dell'incontro della Pastorale giovanile che ieri al PalaTrento ha attirato più di mille adolescenti. “Gesù rideva, non è l'uomo triste che vi hanno sempre descritto, gli piaceva la gente borderline, era un festaiolo”.
*
Se voleva avvicinarsi ai giovani c'è riuscito.
La
sua voce, che si può riascoltare qui, assomiglia a quella delle poche
catechesi in sala Nervi tenute da papa Luciani: un po' acuta ma
delicata, con la flessione dialettale e le parole semplici.
Ma parole strane, talmente strane che le devi ascoltare per forza.
Che scuotono e scandalizzano, che scompaginano la liturgia e leggono il sacro con umanità.
*
“Gesù non era affatto un uomo triste, l'hanno reso triste preti e catechiste.
Gesù era un festaiolo, lo chiamavano mangione e beone, era uno che sfruttava le feste per incontrare gli altri.
Ma vi dico di più – ha continuato l'arcivescovo rivolto ai ragazzi incuriositi – faceva feste borderline, con gente borderline.
Altro che gente con orecchino e piercing: si circondava di persone che oggi un buttafuori le avrebbe buttate fuori veramente.
Feste incredibili.
E
anche oggi è amico delle persone un po' fuori, dei ragazzi con il
piercing, della gente che ha voglia di fare festa, di urlare e danzare.
Perché anche lui danzava, cantava e faceva feste”.
*
Ora
Tisi tocca il rapporto genitori-figli, un tema che gli adolescenti
subiscono e dal quale spesso rifuggono. “Gesù era così perché aveva
feeling con suo padre, con Dio”.
Ma parlare di padri è difficile: “Adesso questo vescovo ci tira fuori anche il padre, proprio in questo momento che mio padre e mia madre rompono come i matti”, dice rivolgendosi ai ragazzi un po' spaesati.
Lo sa come funzione a quell'età, “lo so che con il padre e la madre non si sta tanto bene e si ha voglia di andare spesso altrove”.
*
Quel
migliaio di giovani ormai il vescovo li ha conquistati, parla di quando
disse a una bambina che Dio è come un papà, che la bimba rispose che
allora Dio era cattivo.
Il padre le aveva fatto violenza e non lo sapeva.
“Da quel giorno dico che Dio è un padre alternativo, diverso da mamma e papà”.
Poi il vescovo ritorna a parlare della festa, di quel momento in cui tutti devono gioire, “non diventate voi stessi la festa, non monopolizzatela, è orribile: la festa è bella se la si fa con gli altri”.
*
“E imparate ad ascoltare gli amici, Gesù in questo era formidabile.
Quando invece trovi uno che sa solo parlare e parlare ci si annoia.
E una cosa bella – spiega Lauro Tisi – una cosa che ti fa stare bene è trovare gente sincera, essere falsi è uno schifo”.
Il
vescovo parla dei social, “tra Whatsuapp e Facebook vanno in giro
gossip, poi sei fregato: Gesù non parlava mai alle spalle, diceva le
cose dritte in faccia”.
*
Che dire, una predica così non si sente spesso.
Nemmeno da un prete, figurarsi da un vescovo.
E
poi sul fatto che Gesù abbia riso il Vescovo Tisi supera di gran lunga
addirittura quel Guglielmo di Baskervill protagonista de “Il nome della rosa” di Umberto Eco: Guglielmo dimostra all'anziano dell'abazia, citando la poetica di Aristotele, che il riso non è peccato.
L’anziano
frate benedettino obietta, maledice Aristotele e nasconde un altro
libro del filosofo, per il quale uccide e brucia la biblioteca, quello
dedicato proprio al riso.
Allora Guglielmo rappresentava la rottura con la tradizione, con la chiesa stanca e cupa del Medioevo.
*
Oggi Tisi celebra il riso, la festa, il piercing e la “gente un po' fuori”.
E
riesce a parlare con i giovani portando la Chiesa trentina nel solco
della svolta di papa Francesco, lasciandosi alle spalle l'esperienza del
vescovo di prima che quando provò a rivolgersi ai giovani seppe solo
metterli in guardia dicendo che se usano profumi da donna facile facile
che diventano gay.
In questo video con la citata Omelia di S.E.R. Mons. Lauro Tisi QUI
Immagine: Giotto, Gesù che caccia i mercanti dal Tempio (part.). Padova, Cappella degli Scrovegni.
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